Bisogni Educativi Speciali – BES
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali (BES) si basa su una visione globale della persona con riferimento al modello ICF della classificazione internazionale del funzionamento, disabilità e salute (International Classification of Functioning, disability and health) fondata sul profilo di funzionamento e sull’analisi del contesto, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, 2002).
L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit.
In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente.
Rientrano nella più ampia definizione di BES tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.
Documenti della scuola
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI DSA
Allegato E – Accordi preliminari per PEI
Piano annuale per l’inclusione 2015-2016
Piano annuale per l’inclusione 2016-2017
Piano annuale per l’inclusione giugno 2017
Piano annuale per l’inclusione 2018
Piano annuale per l’inclusione 2020-2021
piano annuale per l’inclusione 2021-2022
piano annuale per l’inclusione 2022-2023
Accoglienza alunni stranieri
La Scuola è oggi sempre più un crocevia di culture. La presenza di alunni stranieri, fenomeno in crescita per l’incalzare di problemi economici, religiosi, politici e bellici, pone una sfida pedagogica, culturale e organizzativa assai stimolante, ma impegnativa per i numerosi interrogativi e bisogni a cui occorre dare risposta.
La Scuola diventa luogo di accoglienza, di incontro – confronto – scambio fra culture, con una duplice funzione:
1. accoglienza ed integrazione degli alunni stranieri nella nostra lingua e cultura, nel rispetto e nella valorizzazione della lingua e della cultura di origine.
2. promozione di una cultura del dialogo e della reciprocità mediante percorsi educativi che coinvolgano tutti gli alunni italiani e non, in una formazione che proceda dalla consapevolezza di sé all’accoglienza dell’altro, all’acquisizione di un’identità multipla che superi gli angusti confini etnocentrici per lasciarsi contaminare da altre culture.
Le differenze culturali sono accolte ed ascoltate, anziché sopite o tollerate. Le culture sono vissute non come steccati (o muri) insormontabili che dividono, ma come territori di confine permeabili a scambi ed osmosi che consentono processi di ibridazione. Così l’educazione, oltre che percorso di acquisizione di conoscenze e competenze, si connota come percorso etnico in cui la mappa della tradizione con cui ogni individuo esplora ed interpreta la realtà si arricchisce di nuove trame culturali.
L’Educazione Interculturale non è una ulteriore educazione che va ad aggregarsi ai già poderosi curricula scolastici (come è già avvenuto, quando impellenti problemi sociali hanno imposto alla Scuola tuttologa di dare pronte risposte educative, dall’educazione alla legalità all’educazione stradale) ma, attuata “anche in assenza di alunni stranieri” (C.M. 205/1990), deve essere rivolta a tutti come educazione a un nuovo civismo.
La formazione di cittadini del mondo responsabili, autonomi, creativi e critici che condividono i valori universali dell’uguaglianza, della solidarietà, della cooperazione e della pace, fa infatti parte degli alfabeti sociali che la scuola deve impartire insieme agli alfabeti strumentali.
PROTOCOLLO ACCOGLIENZA ALUNNI STRANIERI